Final Fantasy XVI: l'ho comprato in sconto, ho fatto (quasi) tutto il possibile in una run (mi sono risparmiato alcune delle cose più grindy), non lo platinerò perché richiederebbe una seconda run, ed è troppo noioso.
E' il primo Final Fantasy che compro, gioco e finisco dal 10: era il 2001.
Ho provato e giochicchiato qualche altro nel tempo, senza mai trovarne di mio gusto; avevo grandi speranze per quest'ultimo, il valore produttivo è molto alto, ma sintetizzando e semplificando: è Witcher 3 giapponese, ma peggiore.
Il sistema di combattimento è meglio di quello della produzione CD Projekt Red, ma gli autori di Square Enix sono dei dilettanti in confronto: FF16 è divertente quando si combatte, ma le parti non interattive sono troppo lunghe e troppo sceme, le decine (e decine) di side-quest sono imbarazzanti che sembrano scritte da bambini, la caratterizzazione dei personaggi è largamente stereotipata e involontariamente tragicomica.
Questo è un titolo seriamente realizzato con fortissime influenze da The Witcher, ma nel confronto sparisce ed è imbarazzante (a parte il combattimento).
Tono maturo, sesso e prostitute, setting europeo, dramma e tragedia, razzismo e suicidio, schiavismo, omosessualità, il protagonista è sostanzialmente un mutante esattamente come Geralt e la sua posizione sociale è identica, e il resto va di conseguenza. 
Sfortunatamente, è tutta una pallida imitazione.
La scrittura dello sviluppatore, poi non insisto più, è rimasta indietro: superficiale e meno sofisticata, scene accostate senza transizioni, prevedibili colpi di scena, "scene di colore" orrendamente banali con tempistiche da narrativa per l'infanzia; il villain è insopportabile e ci sono alcuni dei monologhi più cringe di sempre; larghe sezioni della storia non hanno alcun senso, in generale tutta l'attività malvagia del villain è inspiegabile e ridicola. 
E' bello da vedere? Certo. Manca completamente il bersaglio del coinvolgimento emotivo? Completamente no, però lo scaglia di parecchio.
I rapporti sentimentali tra i protagonisti sono, seppur molto giapponesi, ben rappresentati e sensibili: c'è amicizia, c'è fratellanza e c'è amore, e funzionano.  
Final Fantasy 16 si mostra come un titolo più adulto, adeguato al suo pubblico invecchiato, ma la qualità della scrittura è rimasta quella di Final Fantasy 10.
Ah, prima di dimenticarmi: ho provato a giocarlo in giapponese, perché è il modo giusto di farlo secondo me, ma la produzione è stata settata sull'inglese, parlo della sincronizzazione dei labiali, e quindi ho dovuto scegliere tra un audio off e un doppiaggio ridicolo.
Ho preferito il doppiaggio ridicolo. Il protagonista è inascoltabile, sembra le prese in giro di Bale/Batman.
Dirò ancora questo: tra la stupidità degli obbiettivi, la ripetitività delle situazioni, la scarsa qualità del doppiaggio e l'insofferenza verso molti dei personaggi più ridicoli, ho costantemente skippato i dialoghi di tutte le side-quest.
Un paio di pregi: il cane e il chocobo. C'è un cane accarezzabile che combatte con te ed è sempre al tuo fianco, ed è uno dei personaggi migliori del gioco; c'è il chocobo stile Roach da chiamare in ogni momento per andare in giro, ed è simpatico. 
Ah2: a proposito del chocobo. Nel gioco c'è un sistema di fast travel, ma i punti raggiungibili sono pochi e lontanissimi tra loro; si passa un tempo interminabile a correre da un punto all'altro di mappe piene di nemici e scarsamente navigabili, spesso per raggiungere obbiettivi assolutamente privi di interesse. 
L'ho già detto: è spesso noioso e lo diventa progressivamente di più. 
Altri difetti: ho accennato poco sopra, ma sarò più specifico. 
Questo è uno di quei Final Fantasy dove ci si trasforma nelle summon e si combatte; i combattimenti tra summon sono largamente composti da qte e sono assolutamente privi di senso. 
Spettacolari, ma insopportabili: guardi questi filmati molto belli, poi ogni tanto sei costretto a pigiare furiosamente un tasto, poi passi a una breve sezione controllabile dove non capisci esattamente cosa stia succedendo e usi abilità che non hai potuto provare prima perché utilizzabili solo durante quella specifica sezione, poi torni a guardare filmati che non puoi neppure goderti perché devi essere pronto a pigiare di nuovo. 
I combattimenti contro i boss "normali" sono decisamente meglio, ma tutti i boss sono estremamente spugnosi e gli incontri sono lunghissimi e ripetitivi: un misto discutibile tra soul (ci sono alcuni riferimenti visivi molto discutibili, come quando si batte un nemico e compare la scritta) e monster hunter. 
Ah3, il sistema di combattimento è il solito action alla Tales con poche novità, ma è realizzato molto bene e gli scontri sono generalmente divertenti; ecco: quando i combattimenti contro i nemici normali sono meglio di quelli contro i boss, però, c'è qualcosa di sbagliato.
Il tono di questo post è particolarmente negativo, ma onestamente l'ho giocato volentieri: ritengo un peccato che la scrittura sia così scarsa, ed è la rovina del gioco, e che le attività secondarie siano così assolutamente noiose e ripetitive, ma la presentazione è indubbiamente fantastica, il gameplay d'azione è generalmente di alto livello, l'ambientazione ha un suo fascino e ci sono buone cose qua e là... affogate in un eccesso di contenuti evitabili.
Voglio chiudere con una nota positiva: c'è il miglior bacio digitale di sempre in un videogioco.
Non prenderò i dlc. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Clive e tutti gli altri dominant muoiono. Si salva solo Jill. Torgal sopravvive. 

 

Godzilla Minus One: inspiegabile successo internazionale, così vasto e popolare da valergli persino un ancora più incomprensibile oscar per gli effetti speciali. 
E' il primo film giapponese dal vivo di Godzilla dal 2016. 
E' stato così apprezzato dai circuiti che ne esistono 2 versioni, oltre alla normale c'è quella in bianco e nero. 
E' un film estremamente propagandistico, uno shonen sull'indistruttibile spirito giapponese con un peloso nazionalismo militarista e un grottesco messaggio antigovernativo. 
Ambientato nell'immediato dopo-seconda-guerra-mondiale, uno kamikaze codardo (e quindi sopravvissuto) si trova 'perseguitato' dall'arrivo di Godzilla, emerso dall'oceano nuclearizzato per distruggere il Giappone senza un particolare motivo. 
Le potenze straniere se ne fottono, il governo è incapace e nocivo: sarà la forza d'animo dei cittadini organizzati a produrre un piano (completamente insensato) per sconfiggere il mostro e risollevare il Giappone dalla sconfitta militare con una vittoria. 
Vittoria contro il nemico atomico che si rigenera come Wolverine, o come l'indistruttibile anima dei giapponesi. 
Ultimo film per Takashi Yamazaki (regia, storia ed effetti), protagonista Ryunosuke Kamiki e uno stuolo di volti famosi intorno. 
Parliamo degli effetti speciali: gli americani penso abbiano visto gli effetti speciali di questo film e creduto trattarsi di un'incredibile scelta visiva, e non della normale qualità digitale giapponese. 
Ora, senza essere polemico: i modelli digitali sono orrendi, Godzilla è decente e ricorda quello dei 00s, c'è un'interessante scelta artistica nelle scene dove sembra vengano utilizzati modellini (perché ovviamente ricorda i film del passato e bla bla), ma il resto è merda. 
Il protagonista è insopportabile. 
Pallosissimo. Quello di Hanno rimane imbattuto. 
NOTA: apparentemente, il titolo vorrebbe dire che l'arrivo di Godzilla spinge il Giappone 'più in basso del fondo'. La sconfitta militare è il punto zero, il più basso; l'arrivo di Godzilla va oltre a meno 1. 


Eyes of the Void (Id, 2022): secondo nella serie "The Final Architecture" e un altro eccellente romanzo di Adrian Tchaikovsky. 
...dopo aver snobbato i suoi esordi, questo è un autore che sta rapidamente scalando la mia classifica di gradimento. 
C'è tutto ciò che si potrebbe desiderare e attendersi da un ottimo romanzo: idee, personaggi, intreccio e scrittura eccellenti. 
C'è, persino, un "the story so far" per riassumere brevemente i concetti spiegati nel primo libro: non la trama, i concetti sui quali l'autore, sostanzialmente, dichiara di aver detto abbastanza da non doverli ulteriormente spiegare negli stessi termini. 
Questo è un punto saliente: Eyes of the Void è interamente incentrato sull'esplosione del concetto di Unspace, raffinazione di tutte le sue conseguenze e sviluppo di un intero sistema scientifico annesso; è uno sforzo gigantesco e straordinario. 
Compensa ampiamente l'inevitabile problema di questo libro: è il secondo in una serie di tre; non finisce, serve a stabilire lo statuto dei personaggi prima dell'avventura finale. 
Rompe il cazzo arrivare alla fine di 600 pagine e restare così per aria (c'è qualche parziale conclusione, ma sono in realtà riorientamenti nei rapporti tra personaggi e forze), ma è impossibile da evitarsi: è il sacrificio dovuto al romanzo successivo. 
Devo ancora prenderlo, lo acquisterò alla prossima tornata di compre, quindi non immediatamente. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Mentre la tensione tra gli shards di umanità sale fino a scoppiare in una guerra, Idris viene rapito e costretto a partecipare a un altro esperimento scientifico il cui risultato è la scoperta del luogo di origine degli Architetti. A fine libro, la società delle intelligenze artificiali si incazza e decide di imporre la pace agli umani idioti e prendere il controllo dell'universo per guidare il combattimento contro il vero nemico.


Land of the Lustrous: onestamente pensavo sarebbe rimasta inconclusa. 
Il capitolo 108 uscito da poche ore in fan-traduzione è l'ultimo di Houseki no Kuni, pubblicazione iniziata nel 2012; un anno circa di hiatus tra il 95 e il 96 (origine della diffusa convinzione sarebbe rimasto senza finale). 
Nel 2017, ricevette un infinitamente apprezzato adattamento animato dello studio Orange che fece conoscere il manga al grande pubblico diventando immediatamente un cult per l'incredibile originalità della storia, il particolarissimo stile artistico dell'autore e la complessa, profondamente metafisica narrazione. 
Mettiamola in questi termini: Haruko Ichikawa e Kodansha non sono riusciti a sfruttare neppure una minima parte della fama e del picco di popolarità della serie, il manga è proseguito a singhiozzo, una seconda stagione non è mai stata realizzata, il fandom si è ristretto fino a rendere Land of the Lustrous una di quelle produzioni amatissime da un rumoroso, ma minuscolo, pubblico di nicchia. 
Leggete il primo capitolo del manga, leggete poi (non dico l'ultimo) ma il 96 e troverete probabilmente non credibile si tratti della stessa storia, dello stesso fumetto. 
Land of the Lustrous comincia come uno shonen comico d'azione dove androgini gioielli umanoidi combattono contro mostri provenienti dalla Luna, si trasforma in una disanima ontologica sulla natura dell'essere umano tra spirito, ossa e carne, si conclude con l'apocalisse, il significato e la fine dell'umanità. Nel mezzo si parla di evoluzione, sentimenti, religione e, in generale, non è una lettura facile o immediata. 
Rido al pensiero di come potrebbero essere adattati in animazione l'ultima decina di capitoli: soltanto Anno potrebbe trovare il modo.
E' uno dei migliori manga mai realizzati? Certamente possiede le connotazioni narrative e artistiche tipiche di quei prodotti altamente ricercati, poeticamente elevati, sublimi e diversi dalla massa che finiscono nelle classifiche di questo genere. 
E', per gli stessi motivi, un'opera che si compiace di se stessa, si autoalimenta della propria raffinazione intellettuale, si 'parla addosso' assumendo anche quei tratti un po' deliranti di quando l'autore perde il contatto con il pubblico e finisce per considerare la propria creazione come fosse in un vuoto. 
Bella e pretenziosa, è sicuramente una produzione fuori dagli standard giapponesi, unica e artistica al punto da potersi facilmente scorporare dal suo ambiente d'origine per essere appieno considerata un'opera universale.
Il finale ha un suo senso, ma potreste trovarvi anche a chiedere 'che cazzo ho letto?'. 


Colonyside (Id, 2020): mi era rimasto indietro. Terzo e ultimo... no, perché scopro adesso che a settembre di quest'anno ne uscirà un quarto. 
Avrebbe dovuto essere l'ultimo libro della trilogia d'esordio di Michael Mammay, ma l'autore ha evidentemente deciso di tornare al suo personaggio. Cosa che, in un certo qual modo, spoilera il finale di questo romanzo: il nostro attempato super colonnello non più nei militari, investigatore alcolista e brillante rompicoglioni sopravvive anche a questa avventura. 
Non c'è molto da aggiungere e, sono già quasi sicuro, non penso prenderò il prossimo libro; Colonyside non è male, anzi è probabilmente il migliore dei 3 o, almeno, perfettamente pari a Planetside: il problema di questo romanzo è essere uguale a quello prima, a sua volta uguale al primo. 
Protagonista ritirato ma arriva uno e gli fa un'offerta irrifiutabile, lui va da qualche parte e l'indagine iniziale si rivela essere molto più complessa, poi viene rapito, poi vince. 
E' un romanzo divertente ma è estremamente formulaico e ripetitivo. 
Military scifi con un po' di investigazione, istituzioni civili e militari in conflitto, megacorporazioni malvage, burocrati incompetenti e/o malvagi, qualche soldato cool. 
In questo terzo libro c'è una straordinaria botta di originalità e il nostro eroe si trova a combattere contro l'ennesima, milionesima incarnazione malvagia di un tech guru alla Jobs. 
Nonostante tutto, però, resta un'avvincente e veloce lettura adatta a trascorrere qualche ora spensierata. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Alla fine della storia, il protagonista viene di nuovo arrestato per aver ammazzato di nuovo un sacco di alieni.


Batman - Wayne Family Adventures: mi sono finalmente messo in pari. 
Questa è l'unica serie regolare di un comics che leggo affezionatamente da... quando l'ho scoperta, non ricordo quando. 
Uhm. 
E' un fumetto digitale co-prodotto da DC Comics e Webtoon, pubblicato settimanalmente sul sito di Webtoon, raccolto in volumi da DC Comics; iniziato nel 2021, 116 capitoli, l'ultimo uscito a dicembre 2023 concludendo la 'seconda stagione'. 
Una terza stagione è vagamente annunciata. 
Gli autori sono americani: CRC Payne (prima opera) e StarBite (qualche altro progetto indie).
E' una serie fuori continuity che vede per protagonista la Bat-family nella sua versione più estesa, la maggior parte delle storie sono slice of life che li vede vivere insieme nel Wayne Manor, scherzare tra loro, cazzeggiare, rompere i coglioni a Batman e Alfred; alcune storie sono più drammatiche e simili ai consueti fumetti di Batman, ma in generale è una commedia che ricorda quei rari albi speciali di Batman con le versioni chibi. 
Nella prospettiva della sua originalità concettuale, qualità dei testi e dei disegni, nell'ottica di essere la realizzazione di un sogno più volte sfiorato da DC Comics di avere una vera serie dedicata alla batfamily (qualcosa che Inc di Morrison quasi riuscì a essere), Wayne Family Adventures è uno dei migliori fumetti di Batman mai realizzati. 
Ho detto che non è in continuity, e non lo è, ma molte delle storie girano intorno a Duke Thomas "Signal", uno dei nuovi membri della batfamily creato da Snyder nel 2013: quando smisi di leggere comics, stava venendo introdotto. 
Dategli una possibilità, è sorprendente e immediatamente endearing. 


Dune - Part Two: questo film chiude l'adattamento del primo romanzo, un terzo film già annunciato adatterà interamente il secondo libro. 
E' un bel film, è troppo lungo, la più ricca e ben realizzata produzione fantascientifica da anni.
Guardandolo, molto più della prima parte, mi sono trovato frequentemente a pensare quanto avanti fosse Frank Herbert nel 1965: la trama è complessa ma non complicata, i personaggi sono profondamente caratterizzati ma immediati e senza inutili appendici; ovviamente il setting è fenomenale, ancor più oggigiorno: non parlo solo dell'incredibile world building o delle straordinarie idee alla base dell'ecosistema di Arrakis, ma soprattutto del setting mediorientale con tutto il suo contorno culturale e le drammatiche implicazioni coloniali che lo caratterizzano. 
Certo: il 1965 è immediatamente dopo il craze di Lawrence d'Arabia (1962) e la passione per gli esotici possedimenti imperiali fuori dall'Europa era nel suo pieno, ma c'è una ricchezza narrativa che il film abbraccia nella sua pienezza, anzi, la migliora. 
Ecco: la diversa sensibilità contemporanea e la migliore e più chiara conoscenza, anche il peso di eventi e incidenti tra l'occidente e il medioriente, rende la descrizione della società fremen di Arrakis ancora più affascinante, e il film la può rappresentare in modi impossibili anche solo da sognare per Herbert. 
I complimenti a Villeneuve sono assolutamente dovuti, ma l'opera originale è ancora oggi una fonte inesauribile di meraviglia. 
Ecco, a proposito: parliamo del finale. 
Se c'è un punto di divergenza davvero sostanziale tra il libro e il film, la sua lampante evidenza è nel finale ed è concentrata sul personaggio di Zendaya, Chani. 
I motivi sono ovvi: parlavamo di sensibilità culturale e se c'è qualcosa che è radicalmente, violentemente cambiato dagli anni '60 di Herbert e i nostri giorni è, senza dubbio, la rappresentazione delle donne. 
Il character arc di Chani tra libro e film sono estremamente distanti tra loro al punto da essere agli opposti nel finale: la Chani del libro è un personaggio subordinato che rimane leale e fedele al suo marito/messia attraverso tutti suoi power-up e trasformazioni; la Chani del film è incarnazione della rabbia delle giovani donne (mediorientali e non), ancora più pertinente nell'immagine culturale di fondamentalismo religioso proiettata dal film, e non accetta compromessi degradanti o di sottomettersi al patriarcato. 
Sono combattuto: da un lato avrei voluto il personaggio del libro, inoltre mi chiedo quali conseguenze avrà nel prossimo film, da un altro apprezzo l'intenzione e la realizzazione di questo contrasto con il materiale originale. Ha i suoi motivi, è pertinente, è appassionante ed è sviluppato seguendo la propria logica interna, che non è quella di una mera conversione del libro in sceneggiatura. 
E' anche incompiuto: ci sarà un terzo film e c'è quasi un cliffhanger che mina la compiutezza del finale; il personaggio di Chani rimane irrisolto e le ultime scene sono quasi frettolose, troppo evidentemente manifesta la volontà di lanciare ami allo spettatore per portarlo al prossimo capitolo. 
Messiah, il prossimo libro/film, ha una storia particolare: è un libro brevissimo, un quarto circa del suo predecessore, ed è composto in larga parte da materiale 'tagliato' durante la scrittura di Dune; è una specie di lungo capitolo d'epilogo aggiunto qualche anno dopo, ha un suo valore anche se molti lo criticano, ma non avrebbe dovuto essere usato per danneggiare l'adattamento di Dune. 
E' realmente l'unica critica che si possa muovere al film: è molto lungo, è incredibilmente ben fatto, ma il finale è parzialmente azzoppato.